Il progetto coinvolge aree rurali caratterizzate da vocazioni economiche diverse, ma al vaglio di sfide territoriali comuni come la riconversione economica da settori tradizionali (agricoltura e artigianato) al settore dei servizi e delle attività basate sulle conoscenze, la bassa densità di popolazione, l’urbanizzazione, la fuga di giovani cervelli, l’alto tasso di disoccupazione giovanile, etc. La riconversione economica sta inoltre causando l’incremento di edifici in disuso, i quali potrebbero essere riconvertiti ed adoperati adeguatamente per contribuire allo sviluppo locale e all’occupazione giovanile.
L’obiettivo principale del progetto è proprio la promozione di spazi di collaborazione come concetto che miri al contempo alla riconversione di spazi abbandonati e ad incoraggiare la cultura imprenditoriale tra i giovani (EDI).
Il progetto coinvolge nelle attività formative giovani di età compresa tra i 25 e i 29 anni, interessati agli argomenti trattati dal progetto (collaborazione, riconversione di spazi, imprenditorialità giovanile e networking aziendale) e allo sviluppo personale, ma anche diversi stakeholder dello sviluppo locale (come i proprietari di spazi, amministratori pubblici, investitori e formatori) attraverso la convalida degli output intellettuali.
Il progetto prevede la produzione, l’uso, la convalida e la promozione di 6 output:
– Stato dell’arte e mappa delle opportunità,
– EQF per startupper del co-working,
– Programma didattico,
– E-book sull’avvio e la gestione di spazi di co-working,
– Comunità virtuale per lo sviluppo locale attraverso il co-working,
– Libretto di buone pratiche “Promuovere l’imprenditoria giovanile e lo sviluppo locale nelle aree rurali attraverso la collaborazione e la riconversione di spazi in disuso”.
I risultati attesi:
– i giovani che vivono nelle aree rurali acquisiranno o rafforzeranno competenze – comprese soft skills, competenze trasversali, imprenditoriali e digitali – utili per lanciare realtà di co-working;
– i giovani disoccupati otterranno maggiori opportunità di auto-occupazione grazie alle competenze acquisite circa lo sfruttamento delle potenzialità dei territori attraverso la riconversione e la gestione di spazi in disuso;
– i giovani potenzieranno la propria attitudine alla cooperazione trasversale, incentivando sinergie con altri professionisti / lavoratori / startuppers grazie a reti create con diversi attori di sviluppo aziendale e locale.
Il partenariato comprende 7 organizzazioni provenienti da Norvegia, Slovenia, Grecia, Lettonia, Spagna ed Italia.
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